Eccoci: le tre dell’Oca Selvaggia!!
Siamo finalmente scese in campo per
difendere una delle cose che amiamo di più: LA CUCINA!
Da qualche tempo siamo un po’ stanche di tutto
quello che vi ruota intorno, stanche degli esperti, dei pseudo esperti e di chi
non ci capisce un tubo e fa l’esperto.
Abbiamo deciso, in maniera molto slow,
di prendere delle ricette, analizzarle e condividere le nostre impressioni senza prenderci sul serio: alla nostra maniera, tanto per esser chiare!
Nel nostro modo easy di vivere e di intendere la cucina.
In questo nuovo blog è fondamentale il TAKE IT EASY e "fa un po' come te pare"! Infatti, coscienti che il mondo è bello perché vario, e la blogosfera lo racchiude tutto, abbiamo deciso di dar consigli sia a chi vuole considerarsi FAIGO in cucina sia a chi fa dell’arte dell’arrangiarsi il suo modo di cucinare.
Visto
che abbiamo deciso di partire il 19 marzo, giorno in cui cade l’onomastico del
Santo più bistrattato della sfera celeste, abbiamo scelto le zeppole, di San Giuseppe, appunto!
Ognuna di noi ha preso una ricetta, ci siamo
confrontate ed ora vi lasciamo le nostre impressioni.
Vorremmo subito fare una precisazione: la zeppola di San Giuseppe va FRITTA, se la fate al forno non è più di San Giuseppe, è di qualcun altro che non vogliamo conoscere perché altrimenti ci metterebbe a dieta: vade retro!!
Ma passiamo ai fatti! Le tre ricette sono:
- Zeppole di Armando Palmieri scelte da Cristiana
Dalla ricetta di
Jeanne Caròla Francesconi, Flavia non ha riscontrato nessuna difficoltà; solo un
grande problema: che assaggiarne una è deleterio, e quindi si passa alla
seconda e insomma fino ad esaurimento scorta. Parlando in modo serio è una ricetta di "casa": semplice, facile, basta preparare e pesare bene tutto per tempo e il risultato non deluderà!
Federica dopo quadrupli assaggi ha trovato che quelle di Massari siano...
Cristiana con Armando Palmieri va sul sicuro: è un tecnico, un mastro pasticcere coi cosiddetti, ma che non rompe le balls: da consigli e spiega in maniera chiara e semplice i perché delle ricette. Perché in cucina, e soprattutto in pasticceria, c'è sempre un perché.
I problemi veri
cominciano con la scelta degli strumenti.
1)
Sac à poche – sac à
douille – sacca da pasticcere.
Se fossimo normali
useremmo il terzo termine, ma visto che fa fico usare termini stranieri usiamo
il primo, ma visto ancora che siamo ignoranti sbagliamo perché dovremmo usare
il secondo. Conclusione?
Usate quello che
cavolo vi pare, sappiate che se userete il secondo farete più scena e
sicuramente la zeppola risulterà più buona. E se siete delle casalinghe
disperate? Prendete un sacchetto Cuki, tagliatene l’angolo e otterrete lo stesso
risultato.
2) Bocchette. Avete presente quante
bocchette esistono in commercio?!? Anche se siete tra quelli affetti da manie compulsive-ossessive di acquisto su Amazon e per negozi potreste comunque non riuscire a collezionarle tutte nel corso di una vita!
La più adatta per le
zeppole è quella a stella!
Federica ne ha una e soltanto una di questa forma, di un diametro che non ricorda ma che adopera sempre per tutto :D
3) Termometro. Sempre
più spesso negli ultimi tempi ci ritroviamo a domandarci come abbiamo fatto a
cucinare finora senza termometro. Sembra
che senza questo fondamentale strumento le fritture vengano una ciofeca: noi tre
dell’oca selvaggia abbiamo qualche dubbio a riguardo e vi suggeriamo dei metodi
alternativi.
Flavia usa il cucchiaio di legno, quello della nonna, o quello
che si può trovare anche su un carro a seguito di una carovana di cercatori d’oro nel Far West: semplicemente si immerge il manico del mestolo di legno (ma se vi trovate nelle
praterie del di cui sopra Far West va bene anche un bastoncino di legno!!)
nell'olio o strutto bollente e se il manico si riempie di tante micro bollicine che
corrono verso l’altro siamo a temperatura! Se, invece, delle bollicine
nemmeno l’ombra o son lente a venire a galla, dovrete aspettare poco di più.
Di persona pirsonalmente,
Cristiana a sua volta sacrifica una minima parte d’impasto e vede come
reagisce: se viene a galla sfrigolando se po’ fa, e poi si muove stile DJ con
le manopole del gas! :D
La più pigra delle Oche Selvagge, Federica, usa la friggitrice che scalda l'olio fino alla temperatura richiesta e fa accendere un led rosso quando è ora di friggere.
Trucco: per friggere
la zeppola mantenendola in forma, lavorate con la sacca da pasticcere su un
quadrato di carta forno che andrete direttamente ad immergere nell’olio. Si
staccherà da solo: don’t worry! Sempre trucco trucco delle mie brame, preparatevi i quadrati di carta forno per tempo.
Impasto. Quello della ricetta della Francesconi risulta sodo e quindi non è morbidissimo da estrarre dalla sac-à-douille (faigo eh?), ma non delude assolutamente.
L'impasto di Massari, dopo il riposo in frigo (il mio ha riposato tutta una notte ma non è obbligatorio), vi causerà un tunnel carpale ma se lascerete che raggiunga la temperatura ambiente andrete decisamente meglio! Mantiene in maniera perfetta la forma.
Palmieri non ti fa stancare: l'impasto è "un burro".
Grasso per frittura. Flavia ha fritto in olio di arachidi, ma la ricetta originale preferirebbe la cottura in sugna (strutto), che però come ammette la stessa autrice dà alla zeppola un sapore più forte, quindi a voi la scelta.
Massari punta deciso sull'olio ma non specifica quale, quindi Federica ha scelto quello di semi di girasole anche se già si sente i sostenitori dell'olio extravergine d'oliva alle calcagna! Ma lei non ama il sapore che l'olio d'oliva lascia sul fritto (soprattutto quello dolce) e fa come le pare :D
La Cristiana non poteva non friggere che in strutto. Purtroppo lo strutto non è più quello di una volta, perché non sai da dove arriva, ma almeno dovrebbe, e dico dovrebbe, essere solo grasso di maiale. La cosa da molti meno problemi riguardo ai meccanismi che si scatenano con le alte temperature. Per il sapore: per la Cristiana ce po' stà, ma lei è di gusti forti e si sa.
Estetica. Qui ci siamo dovute confrontare a lungo. Il
giro dovrebbe essere uno, ma se lavorate con bocchette piccole i giri possono
diventare due, la Francesconi parla di una zeppola di circa 10 cm di diametro eh! C’è chi crea una piccola base in modo tale da accogliere meglio
la crema e chi lascia la forma aperta a ciambella. Su questo alziamo le mani:
fate vobis, ci fidiamo di voi!
Dalla semplice forma a ciambella alle Petronas Tower: a noi va bene tutto basta che ci sia un quintale di crema sopra! :D
La Cristiana sostiene che per raggiungere il top andrebbe messa anche dentro: dipende da quanto kg volete metter su in un giorno.
Crema. Senza ombra di dubbio va usata la crema pasticcera! Federica, nella versione di Massari, ne ha provata una aromatizzata da chiodi di garofano, cannella, limone e vaniglia sorprendentemente adatta!
Amarene. Quante amarene vanno
messe sulla zeppola? Qui ci siamo perse in ricerche che non hanno portato
nessun frutto. Sappiate che in cucina le guarnizioni di solito vanno messe in
numerazione "dispari", per il resto siete liberi di fare quello che volete. Ma
soprattutto basatevi sulle vostre voglie: volete più amarene, mettetecele come
se non ci fosse un domani, volete essere FAIGHI? Allora magnateve tutto a
quattro ganasce e siate felici!
P.S.: Dopo una riunione di in gabinetto abbiamo deciso che i nostri trucchi in cucina sono degni di McGyver quindi decliniamo ogni responsabilità sui risultati a meno che non siano ottimi!
Ci raccomandiamo di tenere lontano dalla portata dei bambini, perché McGyver stesso è diventato così... :D
Cristiana ritiene sia più felice, secondo Federica ha solo bevuto qualche goccetto in più al Martedì Grasso...se questo fosse il test delle macchie di Rorschach i risultati sarebbero palesi ahahahaahahah! :D
Buona frittura a tutti i nostri fanssss!!!!